Meta per questa domenica era raggiungere la somma del Nag Tibba appena sopra i 3000 metri. Qui queste vengono definite colline (!) pre Himalayane. Ebbene si, a 3000 m qui, in vicinanza dei bestioni da 7000 +, non sei degno di essere chiamato montagna ma una semplice “hill”. Per darvi un’idea pero’, il Corno Grande nel Gran Sasso, vetta piu’ alta degli Appennini, e’ 2912 m; il bellissimo Gruppo Sella nelle Dolomiti e’ a 3151 m.
Il gruppetto di spensierati camminatori, eravamo io ed il mio caro amico Mohit, i suoi due figli Abu (10 anni) e Iqi (8 anni), e la nostra guida Titu. Questo non era un trek/hike come spesso da queste parti con porters e muli. No. Qui negli zaini avevamo le nostre belle tende, i sacchi a pelo, il fornellino, il cibo (incluso la polenta del mitico Giovanni), etc.; insomma eravamo auto sufficienti.
Partenza a mezzanotte da Delhi con un overnight train per Derhadun (un 350 km a nord di Delhi). Arrivo alle 7 (meno male che il treno ha ritardato sulla tabella di marcia che prevedeva l’arrivo alle 5.40….auch!). 4 ore e mezza di macchina su e giu’ per costoni fino a raggiungere il nostro punto di partenza Pantwari a quota 1700 m.
Le “colline” Himalayane, sono senza compromessi e senza tregua. Qui, o si sale o si scende; pianori, falsi piani o mezzi piani non ce ne sono. Primo giorno siamo saliti 1000 m, fino a quota 2700 in 3 ore, comprendo una distanza di circa 8 km. Si sale, si sale, si sale in un bellissimo bosco di querce da 20/30 metri di altezza. Le querce (moru a media quota, kharsu in alta quota) sono una pianta nativa di queste colline, e formano boschi bellissimi, pieni di sottobosco e molto apprezzati dalla fauna locale e dai pastori per i loro greggi. Titu ci ha fatto vedere un bella cagata di orso bruno mentre salivamo…..ma d’inverno scendono a valle per cercare cibo, nulla di cui preoccuparsi ci riassicura! Parentesi, gli abeti che si vedono in molte hill stations qui in India (Shimla, Dharamshala, etc.) mi dicono non sono nativi di qui ma piantati dagli Inglesi, e poi si sono riprodotti durante gli anni. In effetti le abetaie non sono considerate pregiate, in quanto non fanno crescere sottobosco e quindi allontanando la fauna locale, ed in piu’ gli aghi pini sono fonte di grossi incendi forestali d’estate (che qui e’ molto piu’ calda dei luoghi dove l’abete e’ natio).
A quota 2700, c’e’ un piccolo casolare della forestale, usato da alcuni come posto per dormire e da molti come base prima dell’ultimo strappo per arrivare in cima a Nag Tibba. Immancabile qui in India e’ il solito tempietto ad alta quota. Questa collina (tibba in lingua locale) prende infatti il nome (pare) da Nag Devta e i pastori (ed abitanti dei sottostanti villaggi) fanno dei pellegrinaggi sulla vetta per chiedere protezione del bestiame.
Le nostre 3 tendine fanno la loro bella figura li in alto. L’aria e’ bella fresca (!)ed appena il sole tramonta siamo a 2C. La notte siamo appena sotto lo zero. Il fuoco e’ l’unico modo per star caldi, a parte Maggie noodles, la polenta con il parmigiano ed un sorsetto di Laphoraig per noi grandi! Il cielo e’ pulito, super pulito. Non c’e una luce, neanche una diffusa. Il ridge che ci circonda oscura qualsiasi villaggio in zona. Il buio e’ buio vero. Il cielo e’ costellato da milioni di puntini bianchi……fantastico.
La mattina, saliamo altri 300m e siano a quota 3056m, secondo l’altimetro del mio orologio, ed il panorama e’ stupendo. Tutto il range Himalayano e’ li davanti a noi: Nanda Devi (7817), Dunagiri (7066), Chaukhamba (7138), Bandarpunch (6320), e piu’ in lontananza le montagne dell’Himachal Pradesh. Che spettacolo mozza fiato. Le nuvole si infilano tra le valli delle “colline” e sembra di essere sospesi in aria. Stupendo e non siamo mica sul tetto del mondo, solo a 400 km da Delhi e dei miseri 3000m di altitudine!
Dopo 22 km e 1000 m di discesa, arriviamo a Dewasari (appena sotto i 1660m) dove la nostra macchina ci aspettava per riportarci indietro. Sosta cena (e doccia!) a casa di Kuty, un amico di Mohit super ospitevole, e treno alle 23:25 da Dehradun per Delhi. Arrivo alle 5:20, ed alle 8:30 in ufficio, un po spaesato, a scrivervi di questa fantastica eseprienza…..il lavoro per una volta puo’ aspettare!!!!
14 dicembre 2010 at 13:24
Bravo, Bello, Grazie di avere la voglia di condividere queste cose pubblicamente 😉